Il
Governo continua a " trastullarsi" con provvedimenti che servono a
poco o nulla, e le aziende, quando non vengono svendute agli
stranieri, delocalizzano.
Delocalizzazione
è una bella parola che, tradotta, significa sempre meno lavoro in
Italia, sempre più disoccupazione, sempre più vite grame ai limiti
della minima sopravvivenza.
Ma
perchè le aziende se ne vanno ? Non solo e non tanto per il costo
manodopera, ma, sopratutto, per la burocrazia, per la pressione
fiscale, e per una non-politica industriale.
Tanto
per fare un esempio, in Austria (o in Svizzera), e non in Paesi come
India,Cina, ect., si può aprire una Azienda in una settimana, quando
vengono a fare i controlli vengono tutti insieme e non, come da noi,
prima Inail, poi Usl, ect. che si rimpallano i problemi l'uno con
l'altro, e la tassazione è al 25%. Faccio anche l'esempio dell'Olanda
dove c'è il vantaggio di pagare meno i dazi che in Italia (e
successivamente il gettito iva è del 19%, non del 22%).
Forse
sarà per questo che l'Austria, la Svizzera, l'Olanda hanno una
disoccupazione molto bassa e che il rapporto Deficit/PIL non spaventa.
In questi giorni nel biellese si legge di due grandi aziende che delocalizzano:
- la prima Coca Cola (che dopo aver iniziato svariati mesi fa ora chiude, assieme ad altri due stabilimenti in Italia)
- la seconda è Mondoffice, gruppo Staples, uno dei giganti del fatturato mondiale (25 miliardi di dollari nel 2012, circa 50 mila dipendenti)
Se non si affrontano questi problemi è inutile protestare: alla fine non c'è rimedio.
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