lunedì 2 dicembre 2013

Errori clamorosi al cinema

-Pulp Fiction 1994 di Quentin Tarantino: nell'opera del regista di Knoxville c’è una scena in cui Jules e Vincent (Samuel L. Jackson e John Travolta) minacciano tre criminali che “hanno cercato di fotterli” all’interno di un piccolo appartamento. Improvvisamente dal bagno esce un quarto uomo che scarica addosso ai due gangster un intero caricatore di una .44 Magnum, mancandoli clamorosamente. In una delle inquadrature antecedenti a questa si può notare distintamente che i fori di proiettile erano già sul muro prima ancora che i colpi venissero esplosi. Quentin di portarsi a casa il meritatissimo Oscar per la Miglior Sceneggiatura Originale nonché la Palma d’Oro a Cannes.
Ben Hur 1959 di William Wyler: forse il più grande kolossal di tutti i tempi in cui, in una scena si vede distintamente un orologio da polso. Altro errore in una scena dove lavorò un giovanissimoSergio Leone come seconda unità di regia nella leggendaria corsa con le bighe si possono notare chiaramente i segni degli pneumatici della macchina su cui era montata la cinepresa. Ovviamente questo non ha influito sull’aurea quasi sacra di questo capolavoro.
Pearl Harbor : dei film con il maggior numero di errori, nonostante gli oltre 300 miliardi di lista spesa, ci sono splendide inesattezze: il sole che sorge a Nord e tramonta a Est, la base di Pearl Harbor che alle 7.55 del mattino è già tutta per strada in attività, una sciarpa e un rivolo di sangue dal naso che appaiono e scompaiono da Ben Affleck, la mitragliatrice scarica di Cuba Gooding Jr, una strana chiazza grigia sulla spalla del presidente Roosevelt, la mano di un tecnico che spunta in una scena, la colomba di carta che, miracolo, non affonda in mare. 
Shining 1980 di Stanley Kubrick: direte: “ma proprio lui? Il signore del dettaglio?” Ebbene si, eppure da Stanley, un maniaco della precisione, lui che è anche direttore della fotografia, non ci si aspetterebbe un errore simile, in uno dei suoi film più iconici per altro (soprattutto dopo gli orologi, le scarpe da ginnastica ed i jeans sotto le tuniche in Spartacus, smascherati qualche anno prima). Quando la famiglia Torrance arriva all’Overlook Hotel, un’inquadratura panoramica mostra, dall’alto, tutta l’estensione dell’albergo ma c’è un particolare fondamentale che manca…Il labirinto! Eppure quando Jack sta guardando il modellino dell’Hotel si vede come il labirinto sia situato poco distante dall’ingresso. Fortuna che non se n’è accorto Stephen King, che già di suo non ha mai approvato la versione cinematografica che Kubrick ha realizzato del suo romanzo.
I soliti ignoti 1958 di Mario Monicelli: uno dei film più apprezzati del compianto Maestro Monicelli, la classica commedia all’italiana che tanto ci manca e che, purtroppo, non tornerà mai più a questi livelli (anche a causa della mancanza di interpreti  e registi di questo livello).  Nella scena del funerale del galeotto Cosimo si capisce che sta piovendo dalle persone che si riparano sotto gli ombrelli, dai riflessi delle biciclette e dei lampioni sull’asfalto bagnato. I nostri però, nonostante non si stiano riparando rimangono bellamente asciutti (da notare soprattutto la perfezione della pettinatura di Gassman). Quando Murgia e Salvatori fanno svegliare il bambino a casa del fotografo (Matroianni) questo si mette a piangere ma durante un primo piano si vede il bambino tranquillissimo nonostante il pianto di sottofondo continui. I soliti…errori di doppiaggio, molto frequenti in quegli anni.
-Apocalypse Now 1979 di Francis Ford Coppola:  La visione di Coppola della guerra nel Vietnam è sicuramente una di quelle più sconvolgenti che si siano mai viste al cinema. Le brevissime apparizioni di un ingrassatissimo Marlon Brando sono passate alla storia, donando al personaggio del colonnello Kurtz un’aurea quasi mistica. Nella scena dell’attacco in barca sul fiume però vediamo un giovane ragazzino nero perdere la vita. Durante il funerale i piedi che vengono fuori dal sacco che contiene il corpo del piccolo sono bianchi!
-Le iene 1992 di Quentin Tarantino: ancora lui si, stavolta nel suo primissimo film. Nel celebre stallo alla messicana finale (che era un omaggio all’epico triello de Il buono, il brutto e il cattivo di Sergio Leone) vediamo Harvey Keitel, Lawrence Tierney e Chris Penn che si minacciano con le pistole. Si vede benissimo come Keitel e Tierney si tengano sotto tiro a vicenda ma quando iniziano a sparare muore clamorosamente anche il povero Chris Penn, a cui nessuno stava puntando una pistola contro! Molti sostengono che sia una classica “assurdità tarantiniana”, sicuramente non lo sapremo mai conoscendo l’ermeticità di Quentin in relazione alle molte stranezze nelle sue pellicole.
-Psycho 1960 di Alfred Hitchcock: ci sono due bloopers anche nel più grande capolavoro del maestro del brivido. Uno puramente cronologico, di fatto le vicende nel film si svolgono da venerdì 11 Dicembre (come ci suggerisce la scritta in sovrimpressione dopo i titoli di testa) e si concludono domenica 20 Dicembre come possiamo vedere in una delle ultime scene in cui si assiste all’uscita della messa domenicale. Nella sequenza conclusiva però, nell’ufficio dello sceriffo notiamo, appeso al muro, un calendario che reca la data di giovedì 17 Dicembre. Nella celeberrima scena della doccia invece, il primo piano di Janet Leigh non tiene conto della midriasi, quel particolare fenomeno che provoca la dilatazione delle pupille nei cadaveri.“Mi piace prendere in giro il pubblico, suonarlo come un pianoforte” diceva sempre il Maestro… Che sia uno di quei casi?
 -Il gladiatore 2000 di Ridley Scott: l’odissea di Massimo X Meridio ha sicuramente conquistato i cuori di milioni di spettatori e rimane una delle opere più grandiose di Ridley Scott. Peccato che sia una vera e propria enciclopedia del blooper! I gladiatori, provenienti da ogni parte dell’impero, riescono inspiegabilmente a comunicare senza problemi nonostante avrebbero dovuto parlare tutti lingue differenti. Nella scena della battaglia con le bighe, una di queste si capovolge lasciando intravedere sotto di essa una bombola di gas. Ma non è finita, troviamo anche un macchinista sperduto sul set che esce maldestramente dall’inquadratura in una delle prime scene in Germania o ancora Marco Aurelio morto che si vede distintamente respirare, l’Anfiteatro Flavio continuamente chiamato Colosseo (termine che verrà usato molti secoli dopo) o ancora la cupola di San pietro in un’inquadratura dell’Imperatore Commodo che ammira il tramonto su Roma. I segretari di edizione di Ridley Scott non dovevano essere molto svegli a quanto pare!
-Jack Sparrow: Altro manifesto degli errori. A parte che si vede uno girovagare in una delle scene del film con il cappello da cowboy per diversi secondi mentre jack è alla guida della nave. In un altra scena ci vogliono far capire bene dove compare la bandana del capitano.

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